S’andava per pochi minuti, coperti di plastiche, a vedere come stava. A spiare se c’era qualche reazione, magari una lacrima; s’andava a raccontarle della bambina che lei aveva messo al mondo sei giorni prima di sprofondare nel coma; o di Skipper, il nostro collie. E a volte qualcosa succedeva: stringeva forte il ciuccio della figlia che le mettevamo in mano o cercava di sollevare la testa al suono dell’abbaiare registrato. Il giorno prima questo non lo faceva.
Poi parlavi con i medici, nella certezza che potessero dare un senso più ampio alle nostre piccole speranze. E loro, sempre in due come i carabinieri, non avevano che una risposta: stazionaria. Ogni giorno.
168 pagine, formato 12.5×19.5, 13 €
disegni dell’autore
Smart edizioni – Verona
Questo non è un romanzo, e nemmeno un diario.
E mai avrei pensato di doverlo scrivere, volevo solo raccogliere appunti da consegnare ai nipoti, i figli di Alessandra, affinché avessero memoria di quanto accaduto.
Poi, mettendo ordine, ho pensato che forse valesse la pena di allargare i destinatari di una storia che, al di là del dramma e delle sofferenze personali, racconta di problemi ma sopratutto di solidarietà, di sacrifici ma anche di successi contro ogni sentenza.
E della semplicità di chiedere aiuto, senza chiudersi al mondo.